10 Agosto: la notte delle "stelle cadenti". Lacrime di Santo tra scienza e leggenda
mercoledì 10 agosto 2005
In realtà, San Lorenzo di lacrime non ne versò nemmeno nel momento estremo: anzi fu ironico e quasi sprezzante con chi avrebbe potuto graziarlo. Lorenzo, d’origine spagnola, subì, la persecuzione sotto l’ Imperatore Valeriano,insieme a Papa Sisto II e a due diaconi: ma mentre gli altri furono giustiziati il 6 agosto del 258 dopo Cristo, lui fu risparmiato per qualche giorno ancora, perché consegnasse i tesori della Chiesa. Lorenzo non si perse d’animo e radunati tanti poveri e infermi li presentò ai suoi carcerieri, dicendo: “ Ecco il tesoro della Chiesa. Prendetelo”. La sentenza fu per questo più crudele: vollero vederlo morire sul braciere ardente, e mentre l’arrostivano, Lorenzo, serafico e con il sorriso sulle labbra, si beffò ancora una volta di loro. “Da questo lato sono ormai ben cotto: rigiratemi dall’altra parte”. E subito dopo, spirò. Era proprio il 10 agosto. Dopo la sua morte, si fece strada la credenza popolare che il giorno del suo martirio corrispondesse al giorno pìù caldo dell’estate: “ Sant’Antonio gran freddura, San Lorenzo gran calura” recitano i proverbi ancora oggi a Firenze; “San Vincenz la gran freggiura, San Lorenz la gran caldùra, tant un che l’alter poco el dùra” ripetono a Milano. Ma all’idea dei “carboni ardenti” si associò soprattutto la visione dei granelli di sabbia dispersi dalla comete, come se il cielo volesse scendere ogni anno a toccare la Terra. Anche quest’anno, se le condizioni saranno favorevoli, cioè assenza di nubi, veli o foschie, le aspettative sono di vedere(in una zona buia , naturalmente) circa 30 meteore all’ora: in media una scia luminosa ogni due minuti. Tuttavia, la devozione per San Lorenzo non è rimasta un fatto meteorologico o legato alla possibilità per gli innamorati di esprimere un desiderio alla visione delle sue “lacrime “ nelle sere di agosto. Con il tempo è diventato il protettore degli ustionati, mentre il cosiddetto “carbone di San Lorenzo” ha potere contro il malocchio, gli incendi, e se ridotto a polvere e mescolato con olio o vino, cura alcune rare malattie. Nella provincia di Palermo, i contadini vanno ancora oggi a scavare in campagna in profondità per trovare il carboncello (u’ carvuneddu”) con cui fu bruciato San Lorenzo. Singolare e unica al mondo è invece la tradizione del 10 agosto a Palazzolo Acreide, dove le “stelle cadenti” cadono anche in pieno giorno. In questa graziosa cittadina siciliana dal barocco sfavillante,ma dalle nobili origini greche (oggi è "Patrimonio dell' Unesco"),al posto del martire Lorenzo si festeggia San Sebastiano, rinomato per le sue virtù taumaturgiche. A mezzodì, migliaia di donne, seguono a piedi scalzi la statua vacillante del Santo, portato a spalla nuda dagli uomini, i più forti del paese. L‘asfalto bollente, diventa come molliccio al passaggio dei fedeli. Dall’alto della chiesa barocca , piovono milioni di “nzareddi, lunghe strisce di carta colorata che spesso, a causa della polvere pirica, si incendiano come carboni ardenti. I bambini, poi, li raccolgono e li conservano come un dono del Santo. Un modo per continuare a perpetuare la tradizione ed i riti, facendoli rivivere , anche rinnovati, nel tempo. Il Messaggero- 9 agosto 2005 La Sicilia 10 agosto 2005 |
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