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Il volo spezzato di una piccola rondine
mercoledì 27 aprile 2005
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E’ morta qualche giorno fa a Pedara ,un paesino freddo e grigio che si trova sulle pendici dell’Etna. Si chiamava Paola, ma tutti la chiamavano, con affetto, Paolina. Aveva 72 anni. Era una donna semplice, umile,buona come nessun altro. Usciva per andare a messa la domenica, per andare a trovare la sorella, per comprare la frutta fresca sotto casa. Mai una parola di troppo o un gesto inconsueto. I suoi capelli, sempre ordinati, erano diventati candidi e lucenti come la panna fresca. Il suo volto era disteso, senza rughe, come se per un incantesimo il tempo si fosse fermato. Viveva solo per le sue figlie e per i suoi nipoti. Con una pazienza infinita ed una pace interiore che cercava di trasmettere anche agli altri. Senza lamentarsi di nulla. Come una vera cristiana.

Conoscete la favola di Salomon Grundy, nato di lunedì e sepolto di domenica? Paolina era andata in ospedale una mattina per una banale operazione di cataratta. Poi gli esami di routine avevano evidenziato un problema al suo cuore. Aveva bisogno di un pace-maker, uno stimolatore a pile per regolare il ritmo cardiaco. Il giorno dopo si è ricoverata a Siracusa in una clinica convenzionata della regione:”Villa Azzurra”, si chiama. In apparenza sembrava un albergo a cinque stelle. Tutto appariva perfetto, lindo, funzionale. Ma alcuni medici incauti le hanno sfondato due polmoni, cercando ,inutilmente, di inserire il catetere del pace -maker nelle vene sotto la clavicola. Quella villa azzurra è diventata improvvisamente un luogo grigio,torbido,maledetto. Poi Paolina è stata trasportata in un’ altra clinica, a Pedara. Anche questa era una struttura famosa,moderna, professionale. Ma i medici hanno sbagliato ancora una volta: hanno “bucato” il ventricolo di Paolina proprio con la punta del catetere inserito stavolta attraverso la vena femorale. Dopo due ore , gli stessi medici l’hanno operata a cuore aperto per cercare di suturare il ventricolo e tamponare l’emorragia. Ma il fisico di Paolina non ha retto. Tutto si è compiuto in meno di una settimana.

Ora la magistratura sta giustamente indagando sulla sua morte. Ci vorranno mesi, forse anni per attendere una sentenza, semmai ci sarà un processo. Forse qualcuno sarà chiamato a rispondere della propria imperizia o imprudenza, in modo da evitare ad altri disgraziati lo stesso calvario di quella poveretta.

Adesso Paolina non c’è più. Non tornerà più nella sua casa di Palazzolo Acreide. E’ volata via, come una piccola, indifesa rondine ferita nel proprio nido. Niente e nessuno potrà restituirla alla sua famiglia. Niente e nessuno potrà ridarmi mia suocera.

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