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La scomparsa di Giovanni Paolo II : un grande Papa che ha segnato la nostra epoca
sabato 2 aprile 2005
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Era una calda mattina di maggio del 1993. ’’Non avete diritto di uccidere innocenti . Convertitevi: un giorno arriverà anche per voi il giudizio di Dio”. Rimarranno impresse per sempre nella memoria di tutti i siciliani le parole di fuoco pronunciate da Giovanni Paolo II contro la mafia nella ”Valle dei templi”. Agrigento è la capitale della provincia più povera d’Europa, l’emblema, forse, delle opportunità sprecate nel Mezzogiorno. Almeno duecentomila disoccupati sono emigrati negli ultimi vent’anni da questa zona. A quaranta chilometri c’è Palma di Montechiaro , dove ancora non ci sono acquedotti per fornire l’acqua nelle case, non esistono strade, ferrovie, ospedali attrezzati, università. Sono le conseguenze di tanti anni di prepotenza, mafia, disinteresse da parte dello Stato. ”Quel giorno nella straordinaria spianata di San Gregorio c’erano almeno 150 mila siciliani ad attendere Giovanni Paolo II - racconta con una punta di emozione Benedetto Adragna, all’epoca segretario regionale della Cisl siciliana- In prima fila c’erano commossi il padre e la madre di Rosario Livatino, il giudice di Canicattì assassinato il 21 settembre del 1990. Il Papa li aveva abbracciati, poco prima di cominciare la messa. Sembrava turbato. Fu un momento di grande commozione. Per tutti.”

Dopo aver concluso il suo discorso ufficiale il Santo Padre, stringendo il crocifisso, alzò minacciosamente il dito verso il cielo. ”Dio ha detto non uccidere: nessuna agglomerazione umana, mafia, può calpestare questo diritto santissimo di Dio. Questo popolo siciliano talmente attaccato alla vita, che ama la vita e dà la vita, non può vivere oppresso sotto la pressione di una civiltà contraria, la civiltà della morte”.

Nessun uomo di chiesa aveva mai osato sfidare ”Cosa nostra”, in maniera così energica, così esplicita . I Vescovi siciliani , a più riprese, nel dopoguerra, avevano censurato le attività della mafia. Tuttavia , nessun Papa era arrivato a ”scomunicare” la mafia, con un vero e proprio ”anatema”. Quelle immagini fecero il giro del mondo. Un anno prima erano stati assassinati in Sicilia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, insieme agli uomini delle scorte. A Palermo non ci fu nessuna processione colorata per la festa di Santa Rosalia. Solo una lenta e silenziosa fiaccolata accompagnava il carro della “Santuzza”, un silenzio carico di tante preghiere, un silenzio rimasto per giorni nell’aria assieme all’odore acre del tritolo: quella puzza insopportabile ricordava ancora la scena di violenza con cui erano stati uccisi i due giudici siciliani che alla sconfitta delle cosche avevano dedicato la vita. Un anno dopo Giovanni Paolo II decideva di compiere il suo storico viaggio in terra di Sicilia. ”Inginocchiatevi , chiedete perdono a Dio” aveva gridato davanti ad una folla immensa, radunata ai piedi del tempio della Concordia. Aveva violato ,ancora una volta , tutti i cerimoniali, facendo vibrare con la sua voce forte anche le colonne di granito di quei templi dedicati alle divinità greche. E’ stato uno dei momenti più significativi ed intensi dell’ intero pontificato di Wojtyla. Ma fu anche una svolta nella lotta alla mafia.

Qualche mese dopo furono arrestati Totò Riina e Nitto Santapaola. Molti mafiosi cominciarono a ”pentirsi” come Giovanni Brusca e Salvatore Grigoli, l’uomo che aveva ucciso Don Puglisi nel settembre del 1993. ”Canto un mondo che porta via con sé, un muro da mercato”: era il refrain della colonna sonora composta proprio dal mio amico Benedetto Adragna, per il documentario realizzato da Tele Pace sulla storica visita del Papa in Sicilia. Dopo il muro di Berlino, l’uomo venuto dall’Est, aveva inferto un colpo micidiale anche al muro dell’omertà su cui si regge, purtroppo ancora, la cultura mafiosa. Anche per questo non dimenticheremo mai, Giovanni Paolo II.







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