Quarantacinque chilometri in cinquant'anni di lavori: la più grande incompiuta tra le infrastrutture siciliane
Saranno tutti lì insieme a protestare, operai, imprese, sindacati, associazioni, fianco a fianco sotto quel ponte del viadotto Salvia, tra Ispica e Pozzallo, che a vederlo sembra oggi come la testa di un tonno sventrato. E’ la più grande “incompiuta” delle infrastrutture siciliane, la Siracusa-Gela, l’autostrada che avrebbe dovuto collegare tre province della Sicilia orientale: Siracusa, Ragusa ed Agrigento. Una vicenda emblematica. Sono i luoghi magici dell’itinerario di Montalbano, tra spiagge linde ed incontaminate, siti archeologici, paesi straordinari appollaiati su montagne inaccessibili, chiese barocche di pietra bianca finissima. Migliaia di turisti sbarcano qui ogni anno per un selfie davanti la villa del commissario più famoso d’Italia, a Puntasecca, a due passi da Santa Croce Camerina, tra un cannolo di ricotta ed una “scaccia” afrodisiaca ripiena di pomodoro condito con basilico, caciocavallo, melanzana e cipolla. Ma stavolta nemmeno il buon Andrea Camilleri avrebbe saputo raccontare una storia così vergognosa, per certi versi anche grottesca. Ci sono voluti cinquanta anni per completare il primo lotto di questa autostrada che da Siracusa oggi si ferma alle porte di Rosolini: 45 chilometri realizzati dopo una montagna di carte, scandali, omissioni, appalti e sub appalti nella peggiore tradizione siciliana. Il primo progetto fu redatto verso la fine degli anni sessanta e doveva favorire lo sviluppo industriale della Sicilia sud orientale, stabilendo un rapido collegamento tra i poli petrolchimici di Siracusa e di Gela. LA SICILIA del 12 maggio 1968 recitava a piena pagina “La Siracusa-Gela dovrebbe essere pronta nel 1973”. Ed in questo caso il condizionale era assolutamente legittimo. Solo nel 1983 fu aperto al traffico veicolare, un primo segmento di autostrada (da Siracusa a Cassibile) lungo 9,5 km. Poi di nuovo il silenzio assoluto. Alla fine degli anni novanta si tornò a parlare dell'autostrada in seguito ad un parere interlocutorio espresso dalla Soprintendenza di Ragusa. Ci si rese conto che il progetto prevedeva di passare da aree che tra il 1985 ed il 1990 erano state messe sotto vincoli ambientali (Cava d'Ispica,Riserva naturale Macchia Foresta del Fiume Irminio, Riserva naturale orientata Pino d'Aleppo) costringendo gli enti incaricati a riprogettare il percorso. Solo verso la fine del 2002 iniziarono i lavori per il secondo tronco di 30 km circa (da Cassibile a Rosolini) che durarono ben 6 anni. Il tratto Cassibile-Noto (14 km circa) è stato aperto il 14 marzo del 2008. L’altro segmento, da Noto a Rosolini (16 km circa), era stato sequestrato dalla procura di Siracusa per cedimenti anomali pericolosi ed una fessura di circa venti centimetri, ma poi è stato riaperto il 24 ottobre 2008. Da allora poco e niente di questa arteria è stato realizzato, nonostante le promesse della politica ad ogni tornata elettorale. "Dobbiamo cambiare questa mentalità pessimistica e fatalista. Questa autostrada si farà in 5 anni.Dobbiamo cambiarla questa mentalità. Sono gli uomini che fanno la storia!”, aveva tuonato Rosario Crocetta nel giugno di tre anni fa. Risultato: i lavori per i lotti dell’autostrada che da Rosolini dovrebbero portare a Modica sono fermi dall’estate 2017 perché le ditte subappaltatrici avanzano crediti per almeno 10 milioni e mezzo di euro. Un’attesa che dura da 18 mesi ed è per questo che le aziende hanno deciso di protestare prevedendo una manifestazione mercoledì prossimo. “Vantiamo crediti ma siamo costretti a licenziare dipendenti ed a subire decreti ingiuntivi dai fornitori perché non possiamo pagare”, affermano i titolari delle 27 imprese che hanno svolto in questi ultimi due anni i lavori della Siracusa-Gela. “Ma il paradosso è che subiamo il marchio di soggetti debitori pur essendo noi debitori da parte del Consorzio Autostrade siciliane”. Un puzzle che è difficile da ricostruire. La ditta che aveva vinto l’appalto si chiama Cosige, raggruppamento al cui interno c’è un’altra società la ‘Condotte’ per il 70% e la ‘Cosedil’ per il 30%. L’8 gennaio scorso Condotte ha presentato istanza di concordato preventivo a Roma annunciando il rischio di fallimento. In conseguenza il Tribunale di Roma potrebbe bloccare tutti i fondi e a cascata mettere nei guai anche le imprese locali che hanno svolto i lavori in subappalto. L’aspetto ulteriormente assurdo è che l’autostrada Siracusa – Gela dovrebbe arrivare ad Ispica entro febbraio 2019 altrimenti si perderanno i finanziamenti dell'Unione Europea che intervengono nella infrastruttura. Ma perché si sono fermati i cantieri? Alla base del ritardo pare che ci sia un contenzioso che dura da mesi tra il Consorzio Autostrade Siciliane, la Regione Siciliana e la Cosige, per un totale di quasi trenta milioni di euro. Ci sono ben 27 ditte che aspettano di essere pagate per i lavori già svolti serviti a realizzare 20 chilometri di autostrada. Ecco perché mercoledì si prevede una grande affluenza di partecipanti. Oltre ai titolari delle imprese che hanno aderito alla manifestazione, in prima linea ci saranno anche gli operai che a causa dei mancati pagamenti hanno perso pure il lavoro. “Non possiamo accettare che questo tratto della Siracusa- Gela opera possa essere messa in discussione e, addirittura, rischi di essere bloccata per una serie di inadempienze", premette Paolo Sanzaro, il segretario generale della Cisl di Siracusa e Ragusa. "Ne va dello sviluppo economico di queste province; dal turismo all’agroalimentare, dai collegamenti al commercio. Saremo al fianco di tutte le aziende e delle associazioni per difendere quest’opera che riteniamo prioritaria”. Sindacati ed imprese sostengono che bisognerebbe da subito sottoscrivere un accordo sul contenzioso in atto che vale 22 milioni di euro in modo da consentire di pagare le ditte dell’indotto, i fornitori e le maestranze; ridefinire un cronoprogramma dei lavori con l’indicazione del completamento dell’opera (prevista all’apertura dei cantieri al marzo del 2019); avviare a completamento entro il febbraio del prossimo anno il tratto Rosolini – Ispica. "Ci vorrebbe solo buon senso. E’ necessario che Cas, Regione siciliana e Cosige si mettano d’accordo sul da farsi e sbloccare il cantiere allo stato ancora fermo", aggiunge Gianpaolo Miceli vice segretario della Cna di Siracusa. "Rimane purtroppo aperta una fastidiosa partita in cui si misurano le responsabilità delle autonomie locali ovvero quella delle interferenze che ancora insistono lungo il tracciato, come gli espropri, che non consentono di tracciare l’assetto autostradale a quattro anni dall’inizio dei lavori”. Una denuncia forte. Parole sacrosante. Ma il buon senso in Sicilia difficilmente si è visto.
Il Dubbio - 21 febbraio 2018