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La sfida di Claudia e Salvatore: vivono in America ma lavorano in Sicilia per farla conoscere agli stranieri
mercoledì 18 dicembre 2013
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Ci sono tanti giovani italiani che vanno in America in cerca di fortuna. Ma ci sono anche quelli che vivono oltre oceano ma lavorano in Italia. Claudia Cannizzaro e Salvatore Scalora hanno scelto di emigrare, dieci anni fa, a New York, la città del Moma e di Andy Warhol. Claudia è nata in Sicilia, a Modica. E' una ragazza magnetica, colta, che ha lavorato a Roma all'Accademia Americana. Oggi è Direttore di Art Omi, un programma di residenza internazionale per artisti nello stato di New York. Salvatore è un poliedrico artista cresciuto a Floridia, a due passi da Siracusa, che trasmette energia e simpatia solo a guardarlo in faccia. In America ha puntato le sue carte nel campo della videoinstallazione e della "performance art", dove l'azione di un individuo o di un gruppo, in un luogo particolare e in un momento particolare, costituisce l'opera d'arte. Eppure, nonostante il fascino della "Grande Mela", questi due giovani artisti siciliani tornano ogni anno in Italia. "Stiamo cercando di favorire uno scambio culturale tra la comunità siciliana e tanti artisti provenienti da tutto il mondo", racconta entusiasta Claudia. > Si sono inventati in America un bando internazionale "Akray Residency", dove una giuria di esperti sceglie on line , ogni anno, alcuni artisti d'eccellenza che vogliono conoscere e studiare il patrimonio culturale siciliano. Poi sono tornati in Italia, hanno preso in affitto per un mese dieci appartamenti privati nel centro storico di Palazzolo Acreide, città siciliana patrimonio dell'Unesco, tutti raggiungibili a piedi dallo spazio-studio. Ogni artista disponeva di una camera da letto con bagno privato e una cucina in comune. Ognuno ha pagato di propria tasca le spese di viaggio, il costo dei propri materiali, la prima colazione e il pranzo. Niente sprechi di denaro pubblico è stata la parola d'ordine. Un intero paese e le campagne limitrofe hanno fatto da fondale alle performance di sette artisti stranieri. Un’esperienza maturata in America dove Claudia lavora da tredici anni a questo progetto multiculturale. "Lo studio comune è concepito come un generatore d’idee e punto d’incontro di menti creative"', spiega. " L'idea centrale è quella di creare una nuova cultura contemporanea vivendo un’esperienza diretta con il passato della vita popolare siciliana. Un percorso antropologico sulle scia della grande lezione di Antonino Uccello che proprio da Palazzolo Acreide aveva mosso i suoi passi. Luoghi unici al mondo, da vivere e rielaborare. Come l'itinerario etnico ideato da Rosario Acquaviva a Buscemi, il "paese - museo", con la casa del contadino massaro, il palmento, la bottega del fabbro, la casa del bracciante, la bottega del falegname, il frantoio, la bottega del calzolaio e del conciabrocche ed il mulino ad acqua S. Lucia. "Sono posti fantastici, veri, incontaminati, lontano dai grandi flussi turistici, dove i contadini fanno ancora la ricotta come cento anni fa, spiega Claudia con gli occhi lucidi. "L'impatto è stato forte per artisti che arrivavano dalla Malesia, dall'Australia o dagli Stati Uniti. Anche la muffa grigio ocra degli edifici in Sicilia ha qualcosa di speciale. L'accoglienza della amministrazione comunale e della gente, poi, e' stata davvero straordinaria". > Ma per Claudia e Salvatore questo è solo un punto di partenza. "Presenteremo a New York nei prossimi mesi i risultati di questa prima straordinaria esperienza", sottolineano. "Attraverso le opere di questi sette artisti, mostreremo una parte della Sicilia a tutto il mondo. E l'anno prossimo torneremo, perché contiamo di aggiungere nuove discipline artistiche, come l'architettura ed il design". E statene certi, i siciliani mantengono sempre la parola data. La Sicilia 18 dicembre 2013
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