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L´incredibile storia di Iano Scollo. Campione e contadino
sabato 25 agosto 2012
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Giuseppe Fava, in uno dei suoi appassionati reportage, annotava come la Sicilia fosse un microcosmo popolato di personaggi incredibili. Un campionario di vicende, di lotte, di speranze, di esseri umani che spesso non hanno niente di eguale o di comune. Per questo, meriterebbero tutti di essere raccontati e tramandati alla memoria collettiva. Sapete, per esempio, chi e' stato uno degli uomini piu' forzuti della nostra isola? Si chiama Sebastiano Scollo, ma a Palazzolo Acreide, dove vive con la sua famiglia, lo hanno sempre chiamato Iano. Oggi ha settantotto anni. Ma e' ancora alto quasi due metri, una montagna di muscoli, il torace possente, con due mani che fanno spavento solo a guardarle. La sua vita sembra uscita dalle pagine di un romanzo di Francis Scott Fitzgerald. L’infanzia nelle campagne aspre di Monterosso Almo, nell’azienda agricola del padre, a coltivare anche quel fisico portentoso. “A sedici anni ero gia' alto un metro e novanta", racconta oggi Scollo. “Caricavo dalla mattina alla sera sacchi di cento chili con un mano sulla spalla. Quella è stata la mia palestra. I contadini scommettevano sulla mia forza. Vediamo se sei capace di alzare un fusto di nafta di duecento chili? Iano, prova ora a sollevare quel vitello? Ma per me era una cosa naturale" . A ventuno anni, quel ragazzone siciliano cresciuto a fave, uova e patate, conteso da figlie di baronesse e massaie di campagna, viene chiamato a servire la patria. Ma in caserma, a Palermo, non avevano nemmeno un paio di calzini della sua misura. Una iattura. “Un giorno vidi gli atleti militari che si allenavano allo stadio della Favorita di Palermo", ricorda Scollo. "Ero depresso. Un tenente voleva pure umiliarmi. In senso di sfida, mi mise in mano la sfera del getto del peso. Vediamo se sei cosi' forte, disse. Io lanciai quel ferro di sette chili e mezzo come facevo in campagna con i covoni di grano. Feci un tiro di quindici metri. Il record siciliano militare era all’epoca di nove metri. Rimasero sbalorditi. La mattina dopo vinsi i campionati siciliani. Ero diventato un campione”. Per nove anni consecutivi, dal ‘57 al ‘65 Iano Scollo vinse i campionati regionali assoluti di getto del peso con misure non lontane dal primato del mondo del mitico Parry O’Brien. La sua tecnica era arcaica. Ma nel suo albo d’oro ci sono anche i campionati nazionali, due vittorie ai giochi del Mediterraneo e tanti trionfi in giro per l’Italia. A Napoli si allenava nella mitica palestra, accanto a piazza plebiscito, di Geppino Silvestri. Iano era stato assoldato come "sparring partner" del campione del mondo dei superwelters, Duilio Loy. Scollo sorride sornione ricordando quel periodo. "Non diventammo mai amici. Loy aveva un brutto carattere. Una volta a Formia, in un raduno della nazionale, per farlo calmare durante una rissa lo sollevai da terra e lo misi a sedere sopra il tavolo. Lui era alto solo un metro e 64. Adesso ti do una bella lezione, caro campione del mondo. Poi una mano gigantesca come una ruspa mi bloccò qui, sul petto. Alzai lo sguardo. Era il vecchio Primo Carnera. Una montagna di cristiano. Non dimenticherò mai quel giorno”. Nei primi anni sessanta, convinsero Scollo a giocare anche a rugby nella Partenope Napoli. Lui non aveva mai visto una palla ovale. Eppure, se lo ricordano ancora bene al circolo rugby di Catania, perche' ci volevano quattro giocatori dell'Amatori per fermarlo davanti alla meta. Il pallone in una mano, il collo dell’avversario sotto il braccio. La sera, poi, il giovane Iano era sempre attorniato da donne bellissime, andava a cena con Totò e Peppino di Capri, frequentava i locali alla moda di Posillipo. Era un gigante buono. “Mi offrirono cento mila lire al mese, che nei primi anni sessanta erano tanti soldi, per farmi rimanere alla Partenope. Ma io volevo tornare in Sicilia nella mia azienda, ad aiutare la mia famiglia. Così tornai a fare il contadino nelle campagne siciliane”, rammenta con un filo di commozione negli occhi. Ma l’avventura sportiva non era finita. Scollo ha gareggiato e vinto in ambito regionale fino al 1972, senza mai fare un giorno di vero allenamento. La sua forza era innata. Eppure, sotto quel fisico stupefacente, frutto, non si sa, di quali misteri divini, e' sempre stato un uomo mite e generoso. Una volta, un operaio della sua impresa era rimasto intrappolato sotto un grosso trattore che si era ribaltato. Pesava quasi tre mila chili. "Ho visto il sangue sotto il cingolato. Non ci ho pensato un attimo. Non so dove ho trovato tutta quella energia. Mi sono piegato sotto il trattore e l'ho ribaltato. Ci avevano provato cinque persone senza spostarlo di un centimetro. Ma io ero Iano Scollo. Il campione ". La Sicilia 25 agosto 2012
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