L'aggressione a Bonanni: prima o poi ci scappa il morto
venerdì 10 settembre 2010
Oggi le cose sono diverse. Basta sfogliare le dichiarazioni di circostanza, imbarazzate, con le quali una parte della sinistra ha stigmatizzato i fatti violenti di Torino. Per carità, non è mancata la solidarietà al leader della Cisl. Ma ci sono stati anche toni giustificativi, persino assolutori, quasi a voler minimizzare l’episodio. Rubina Affronta è per qualcuno la solita “compagna che sbaglia”. E come direbbe Andreotti: Bonanni, in fondo, se l’è pure cercata. E’ colpa sua se la sinistra antagonista vorrebbe “zittirlo”, tappargli la bocca. C’è da chiedersi, poi, quale sarebbe questo famoso “tradimento” di cui si sarebbe macchiato il leader della Cisl ? Quale sarebbe il suo torto? Quello di avere siglato con Confindustria (il Governo c’entra poco o niente) un accordo che modifica (in meglio) il sistema contrattuale, così come era già previsto dall’intesa del 1993 voluta da Ciampi? Quello di aver evitato in questi mesi ai lavoratori tanti scioperi assolutamente inutili, in un momento di grave crisi economica? Oppure quello di avere accettato la sfida di Marchionne che ha deciso di continuare ad investire in Italia, nonostante tutti sanno ormai che oggi all’estero gli farebbero ponti d’oro? Quando non si hanno argomenti, si pensa solo a delegittimare l’avversario, indicandolo come un “bersaglio”. Sono le stesse cose che si dicevano di riformatori come Tarantelli, D’antona, Biagi. Insomma, chi vuole ”zittire” Bonanni oggi usa lo stesso linguaggio degli anni di piombo. La violenza verbale è già diventata violenza fisica. Ecco perché ha ragione Giampaolo Pansa quando su Il Riformista scrive che “si rischia l’inizio di un conflitto coperto di sangue”. Le condizioni ci sono tutte: un governo debole, una opposizione incerta sul da farsi, una classe politica totalmente screditata. E poi ci sono la crisi, la criminalità, i giovani senza futuro. Una miscela esplosiva. Qui, prima o poi ci scappa il morto. E noi della Cisl siamo i primi bersagli. Ci pensi bene chi sogna il “risveglio sociale” a suon di fischi e bengala incandescenti. |
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