Dopo la grande "piazza" di Veltroni, ora Berlusconi riapra il dialogo
domenica 26 ottobre 2008
Di questa vicenda, tuttavia, sono responsabili anche il governo e soprattutto il suo leader. Berlusconi crede che i consensi del momento e la sua abbondante maggioranza (conquistata peraltro grazie a una particolare legge elettorale) gli permettano di governare per decreti e pubbliche sortite, di trattare l’opposizione come un’entità ingombrante e faziosa, di lamentarsi se i telegiornali e la stampa non raccontano la realtà che gli piacerebbe leggere e vedere, di affermare oggi e smentire domani come se gli italiani non fossero in grado di distinguere una dichiarazione dall’altra. Non comprende che l’esercizio del potere comporta anche obblighi e responsabilità. Ha il diritto di governare e di prendere in ultima analisi le decisioni che gli sembrano più opportune. Ma ha anche l’obbligo di informare, consultare, ascoltare. Per due ragioni. In primo luogo perché l’avversario umiliato e frustrato cede spesso alla tentazione di assumere atteggiamenti sempre più intransigenti e radicali. In secondo luogo perché la grande maggioranza degli italiani è stanca di litigi, insulti e accuse reciproche. Spero che Berlusconi non si illuda. Dietro i sondaggi rassicuranti delle ultime settimane si nasconde una marea crescente di scetticismo, rabbia e sfiducia che rischia d’investire l’intera classe politica. Stiamo andando verso momenti difficili durante i quali occorrerà prendere decisioni impopolari. Non servono né le grandi manifestazioni popolari né lo stile aggressivo del presidente del Consiglio. Servono nel rispetto dei ruoli una visione e un impegno comuni. 26 ottobre 2008 |
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