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Palazzolo Acreide, patrimonio dell'umanità. Eppure il teatro greco è chiuso la domenica per mancanza di custodi
lunedì 23 luglio 2007
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L’anziana turista tedesca, maglietta bianca stropicciata, una grande borsa a tracollo, fissa immobile quel cartello. “Chiuso la domenica mattina e nei giorni festivi.” I piccoli occhi lucidi, la bocca spalancata in una espressione di stupore.Ha percorso migliaia di chilometri, prima l’aereo fino a Catania, poi in pullman da Siracusa a Palazzolo Acreide, proprio nel cuore dei monti iblei. Ma come poteva immaginare che in Sicilia i siti archeologici sono aperti al pubblico solo nei giorni feriali?
Il caso di Palazzolo Acreide è emblematico. Almeno trentamila visitatori giungono ogni anno qui per visitare il piccolo Teatro Greco e i resti dell’antica Akrai. Ma la delusione è profonda: le Latomie sono pericolanti, la strada romana è sepolta dai rovi, i “Santoni”(le sculture rupestri di epoca pre-ellenica, uniche al mondo) sono abbandonati da cinque anni, le necropoli sono praticamente irraggiungibili. Per non parlare del museo archeologico di Palazzo Cappellani, mai aperto al pubblico, e da almeno trent’anni in perenne stato di restauro. La preziosa collezione “Judica” rimane così sepolta nelle casse polverose del museo di Lentini. Una vergogna. Più di un anno fa,la Sovrintendenza di Siracusa ha realizzato una campagna di scavi nell’area archeologica dell’antica Akrai. Ma nessuno ha sentito finora il dovere di fornire indicazioni sui risultati della ricerca scientifica. Come se i soldi pubblici fossero un affare privato. Misteri amministrativi. Solo la Casa- Museo di Antonino Uccello è pienamente fruibile, persino di notte. Ma è davvero poca cosa per una città come Palazzolo Acreide, tutelata dall’Unesco come “Patrimonio dell’Umanità”, anche per via del suo barocco sfavillante. Il sindaco,Domenico Nigro non riesce a farsene una ragione. “A gennaio e febbraio, quando i turisti sono radi come il bel sole, il nostro Teatro Greco è stracolmo di custodi. In estate, quando i turisti sembrano sciami d’api, l’area archeologica è chiusa la domenica, per carenza di personale. Tra l’altro è inammissibile la mancata manutenzione dell’antica Akrai. Le erbacce coprono ormai tutto. Cosa possiamo fare? Sequestriamo l’assessore regionale e chiediamo come riscatto l’assegnazione per almeno dieci anni di cinque custodi, due operai, un tagliaerba e quattro defolianti?”
Il turismo non porta voti, scrisse tanti anni fa su questo giornale Giuseppe Testa, in una inchiesta memorabile. Non è vero. Il turismo porta voti. Tanti voti. Poco più di dieci anni fa, poco prima delle elezioni regionali, l’assessore al turismo di turno,fece assumere con un blitz centinaia di custodi. Erano tutti giovani disoccupati di Palermo,Agrigento, Trapani. Ma furono tutti spediti nei musei e nei siti archeologici della Sicilia orientale: a Catania, Taormina, Siracusa, e anche a Palazzolo Acreide. Dopo qualche anno, il nuovo assessore regionale al turismo(sempre poco prima delle elezioni) decise di sanare a modo suo questa situazione anomala: i custodi furono promossi ad incarichi superiori e per lo più trasferiti nelle province native. La legge introdusse il concetto di “riclassificazione” del personale, passando dai livelli di qualifica alle fasce. Al posto dei dipendenti regionali, promossi ad incarichi superiori, sarebbero stati utilizzati i precari a vita dell’ex “articolo 23”. Il risultato? I custodi in effetti, ora ci sono (a Palazzolo Acreide sono una ventina). Ma non si riesce a garantire l’apertura nel week-end. Una trama a metà tra Pirandello e Kafka. Mancano i fondi, sostengono i sindacati, e in ogni caso per consentire l’utilizzo del personale, bisognerebbe inquadrarlo nelle mansioni per le quali viene impiegato. Un problema che riguarda tutti i siti archeologici siciliani: dalla Valle dei Templi a Siracusa, da Taormina a Selinunte. Qualche settimana fa un centinaio di lavoratori della Provincia di Messina ha occupato il Teatro Antico di Taormina, impedendo ai turisti di entrare. Alcuni si sono incatenati al cancello. Poi ci ha pensato Fiorello a sbloccare la matassa, durante il suo spettacolo. “Oggi il personale è distribuito male”, ammette sconsolato uno dei custodi. “Il problema è la mancata turnazione. I sorveglianti si accavallano negli stessi orari, perché ci sono disparità di livello e di mansioni. La verità è che fa comodo a tutti dire che manca il personale. Così si faranno nuovi concorsi, nuove gare d’appalto, si assumeranno metronotte e vigilantes privati. E i politici saranno contenti…”.
La Sicilia 22 luglio 2007


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