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Il "family day" e il partito dei cattolici
martedì 5 giugno 2007
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Cattolici uniti in un partito.Ecco una prospettiva ambiziosa e velleitaria che qualcuno sembra coltivare ormai pubblicamente facendo leva sulla ondata di opinione suscitata dal “family day”, e perciò vanificando, in un certo senso, lo spirito di quella manifestazione, in barba alle speranze ed aspettative di tante famiglie italiane. Il Corriere ha infatti scritto domenica scorsa (non smentito da nessuno) che il movimento “bianco” intende trasformarsi in un “contenitore politico o para- politico”, con l’intenzione di presentarsi alle prossime elezioni. Se le cose stanno così, fino a prova contraria, le mire di certi organizzatori vengono allo scoperto. D’altronde, qualcosa di simile si era intuito lo stesso giorno del “family day”, quando esponenti politici dei due schieramenti si erano già fatti in quattro a piazza San Giovanni per mettere il loro sigillo sulla manifestazione. Ma adesso parlano chiaro anche certi promotori del “family day”. I quali sostengono che il “modello del Partito democratico è vecchio ed inadeguato” e addirittura che nello stesso PD “non ci sarebbe spazio per i cattolici”. Da qui la presuntuosa ricetta: “svilupperemo in politica l’insegnamento di Papa Wojtyla!”. La frase, oltre che sibillina, si commenta “in politica” da sola. Come se la vasta platea della cattolicità fosse riducibile a un feudo personale, una specie di “riserva di caccia” ad uso e consumo delle ambizioni di neofiti della politica alla ricerca di visibilità purchessia, accanto ai cosiddetti “teodem” per non dire degli arcinoti vecchi “marpioni dei palazzo”.Tutti insieme appassionatamente. Intendiamoci. In democrazia ognuno è libero di provarci come meglio crede. Ma a patto di non imbrogliare le carte. Quando si cita Papa Wojtyla bisognerebbe infatti primaditutto ricordare come, dopo la caduta del muro, egli avesse subito sostenuto che certe formule sulla “unità politica dei cattolici” avevano ormai fatto il loro tempo . In una democrazia in pieno sviluppo come quella italiana, gli uomini e le donne che si riconoscono nel cattolicesimo non hanno allora bisogno in politica di presunti padrini. E tantomeno, per tornare al Family Day, di presunti “pupari”.

Da ”Europa”- 5 giugno 2007
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