Un sorriso toglie il medico di torno...
“La tua giornata sarà inutile, se non ci sarà almeno un sorriso”, diceva Madre Teresa di Calcutta. E’ un motto, ed anche uno stile di vita, che Francesco Carracchia, “scrittore per gioco”(come lui stesso ama autodefinirsi), trasferisce nei suoi scritti, in un tempo dominato da “violenze, serial killer, stragi ed eccidi di massa, di guerre spesso ignorate”. Da buon chirurgo, Carracchia sa bene quanto sia importante l’ottimismo ed il buon umore per superare le situazioni più difficili. Ed un sorriso bonario, a volte autoironico, pervade le sue “Cronachette improbabili”( Edizioni Adessae- pag. 163- Euro 9)dove l’autore siracusano, con una partecipata emozione ed una sottile curiosità , ripropone temi, ricordi e personaggi che hanno segnato la sua esperienza di vita. Il suo è un viaggio metaforico(condito da un sano umorismo e una satira delicata) tra i vicoli silenziosi del suo paese natìo, Palazzolo Acreide, una Catania sempre più colorata e caotica, una fascinosa e tragicomica Napoli. Un diario intimistico,quasi una forma di soliloquio, ritagliato su “fatterelli” di vita quotidiana. Una tra le tante, la storia di Don Vincenzo, “cani sciotu”(cane sciolto), il quale dopo aver perso l’adorata moglie sotto il bombardamento angloamericano del luglio ’43, emigrò in “America-Zuela”. Ma negli anni settanta, per una legittima nostalgia, tornò nel suo paese, si tinse i capelli e convolò a nozze con Carmelina. Il sogno di una nuova giovinezza si completò con l’acquisto di una Fiat 600, “verde penicillina”. Ma come accade nel film “Il postino suona sempre due volte”, forse per un colpo di sonno, i neo sposini finirono in un fosso, dove l’automobile si adagìò con le ruote rivolte verso il cielo. E dinnanzi a quella scena che gli parve l’apocalisse, il povero Don Vincenzo lanciò il suo anatema: “Chi omu sfortunato ca sugnu… sfasciai nta cuorpu sulu ‘a bedda machina nova e a bedda mugghhieri nova!(che uomo sfortunato che sono, ho sfasciato in un sol colpo sia la nuova automobile sia la nuova moglie !).
La Sicilia 18 aprile 2006