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La Tav in Val di Susa: perchè in Francia nessuno protesta? Leggete la lettera in fondo e scoprirete il perchè...
venerdì 9 dicembre 2005
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Mentre in Val di Susa gli abitanti fanno le barricate , bloccano l’autostrada, attaccano la polizia per impedire la creazione dei cantieri per i lavori della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, in Francia nessuno sta protestando per fermare i lavori. I verdi transalpini, di solito molto agguerriti e violenti, stavolta stanno tutti zitti . Sembra che non gliene freghi niente. Ci sarà un motivo? Mistero.
In Italia ,invece, quando qualcosa ci tocca personalmente (una discarica, una tangenziale, l’allargamento di una curva) scatta quello che gli inglesi chiamano “effetto Nimby”: “not in my back yard”(non nel mio cortile).Certo, il caso della Val di Susa è particolare. In questo stretto corridoio naturale già scorrono la linea ferroviaria ordinaria, un’autostrada e due strade statali. Per di più, il terreno contiene, a quanto pare, quantità di amianto e di uranio: per scavare nella montagna un tunnel di oltre 50 chilometri, si porterebbe allo scoperto una miniera di veleni, diffondendo(dicono) nell’aria polveri altamente tossiche. Ma è, soprattutto, sull’aspetto dei costi e dei benefici che puntano i contestatori della Tav, confortati da alcuni pareri tecnici. A loro giudizio, la ferrovia ad alta velocità richiede troppe risorse pubbliche (15-20 miliardi di euro) che potrebbero essere destinati al potenziamento della rete attuale, mentre non produrrebbe alcun aumento nel traffico passeggeri e semmai un modesto incremento in quello commerciale. Si può capire, quindi, che la popolazione locale insorga contro una opera che considera una minaccia alla propria sopravvivenza. Tanto più che per il momento la Tav ha prodotto solo la militarizzazione del territorio, con un presidio di polizia 24 ore su 24 che impedisce la libera circolazione dei residenti. Esiste,dunque, una strada per superare le resistenze locali? Tutti invocano un confronto aperto e trasparente. Il Governo, dopo le legittime manganellate ai rivoltosi più esagitati, sembra intenzionato ad aprire una trattativa con i sindaci. Vedremo i risultati. Ma è difficile fare le nozze con i fichi secchi…

PS. Ecco che cosa mi ha scritto, a tal proposito, il mio amico e concittadino Nunzio Di Bartolo, oggi apprezzato manager della Fiat a Torino. Leggete anche Voi.
"Caro Salvo, apprezzo le tue considerazioni che sono a metà strada tra l'analisi critica e la confusione creata da Lucia Annunziata su "La Stampa" dell'altro giorno, ed il radicalismo antitav, anzitutto di Beppe Grillo. Io ,come sai, ho una villetta in Alta Val Susa e vivo dei momenti di relax bellissimi in un posto incantevole pieno di verde, di neve , di camosci e daini, per cui capisco la rabbia di chi vive in un posto incantevole. E' una rabbia derivata anche dall' analisi di "super docenti" universitari che sostengono ci sia il rischio di avere una zona contaminata fonte di malattie gravi.Perchè tutto questo ? Solo per velocizzare l'ingresso delle carni francesi vendute in Italia come allevate italiane , le arance spagnole o il latte svizzero, tutto profondamente " italiano" . Caro Salvo: io tifo, da sempre, made in Italy, e non vorrei che la Tav aiuti pure l' importazione di vetture francesi...
Cordialmente
Nunzio
9 dicembre 2005
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