Sui matrimoni "misti", omosessualità e aborto, ha ragione il Cardinale Ruini
mercoledì 30 novembre 2005
L’appello del Cardinale Ruini alla ”prudenza” e ”fermezza” nei confronti dei matrimoni tra cattolici e musulmani è un fatto importante che tende alla salvaguardia del futuro dei nostri figli, che possono diventare vittime di scelte avventate. La Chiesa non ha pregiudizi nei confronti dell’Islam o dei musulmani : la Chiesa rivendica la tutela dell’identità cristiana nella famiglia e nella società. Quando due persone si sposano devono condividere gli stessi valori , lo stesso tipo di educazione, laica o religiosa, per i figli. Noi siamo d’accordo con questa posizione.La Chiesa fa bene a pronunciarsi, non c’è alcuna interferenza, soprattutto quando si tratta di temi che interpellano il credente in maniera profonda. In Francia, nel nome del laicismo, lo stato ha deciso di combattere la poligamia dei musulmani, un fatto che dovrebbe far riflettere quanti si battono per la libertà religiosa e la democrazia nei paesi islamici. Non ci possono essere regole e leggi diverse in uno Stato in materia di matrimonio e tutela dei diritti della persona. Anche sull'omosessualità , è in atto una destabilizzazione nella società italiana: televisioni, radio, cinema, libri, giornali considerano l'omosessualità come una attitudine "normale", quasi una "virtù" morale. Ma essa non rappresenta un valore su cui educare i figli. L'omosessualità è una scelta personale, rispettabile, per carità, ma è una scelta che riguarda la sfera psichica e non la società. Così come fa bene la Chiesa a lanciare l’allarme sull’aborto, divenuto ormai solo un terreno di battaglia politica, mentre nessuno si preoccupa della tutela della maternità e delle donne che si trovano in difficoltà di fronte ad una gravidanza. Ci sono troppi segnali allarmanti e di indifferenza nei confronti della vita. I giovani assumono droghe e alcool senza nemmeno pensare alle conseguenze, si sfidano in duelli mortali in auto o moto, contraggono e diffondono malattie causate dalla promiscuità sessuale. Migliaia di ragazze subiscono abusi sessuali in tenera età. E tutto questo non avviene solo a causa del ”marocchino” di turno. E’ una cultura della violenza che ormai dilaga. Lo Stato spesso sottovaluta questi fenomeni. Basterebbe pensare al caso di quella povera ragazza, Debora, violentata a 14 anni e massacrata dopo dieci anni dallo stesso maniaco, nonostante le sue ripetute denunce alle autorità di polizia. Quella ragazza poteva essere salvata, porca miseria! Questi fatti non devono accadere in un paese "normale". 30 novembre 2005 |
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