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Questo allarme planetario sul virus dei polli, puzza un po' di bruciato
mercoledì 19 ottobre 2005
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Non so se anche voi avete questo dubbio: ma al sottoscritto , questo allarme planetario sulla influenza ”avaria", diciamolo(direbbe La Russa), puzza un po’ di bruciato. Non mi convince questa vicenda. Una sessantina di morti in Cina (un paese immenso, con più di un miliardo di anime) non giustifica tutta questa agitazione nei confronti di un virus che colpisce, per il momento, solo i volatili. Nessuno ha ancora provato che la stessa malattia si possa trasmettere da uomo a uomo. E ammesso che questo accada, perché ci dovrebbero essere tutti questi morti nel mondo per una influenza? Perchè ci vorrebbero tutti questi farmaci antivirali per curarla? Perchè si dovrebbe diffondere in maniera così ”pandemonica” ?


E’ accaduto nel recente passato con l’allarme sulla ”mucca pazza”. Ricordate? Ci hanno proibito di mangiare la ”fiorentina”, perché c’era il rischio di ammalarsi di non so bene quale sindrome. Quanti morti ci sono stati in Italia?
No. Non mi fido delle multinazionali del farmaco. In un mondo globalizzato, questi signori possono inventarsi di sana pianta una malattia, ed imporre embarghi commerciali e la necessità di acquistare vaccini e farmaci, per anni ed anni . Una montagna di denaro. Per le case farmaceutiche , tutto è lecito pur di fare soldi. Possono corrompere giornalisti, politici, medici, scienziati . Possono comprare tutto e tutti: persino le organizzazioni internazionali. Dobbiamo fidarci di questa gente? Io non mi fido.



Roma 19 ottobre 2005







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